mercoledì 8 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo


Il mattino del 6 aprile, mentre andavo a lavorare, ascoltavo la radio della macchina. Sembrava che fosse una scossa forte ma senza grandi conseguenze.

Nessun morto. All'inizio.

Poi su Internet sono cominciate a circolare le notizie: un morto, due, dieci, cinquanta. E a ogni nuovo conteggio veniva da pensare «basta, basta, adesso basta, per favore...»
In questo momento siamo arrivati a 260 morti, ma temo che la cifra non si fermerà.

Ieri sera, mentre guardavamo il telegiornale (non quello del TG1: non mi piace fare share...) mia figlia Martina, quasi quindici anni e un cuore grosso così, è scoppiata a piangere.
Sinceramente non sapevo cosa dirle, per cui sono stato zitto e l'ho tenuta stretta per un po'.
Cosa si può dire a una non-più-bambina-non-ancora-donna che si rende improvvisamente conto dell'enormità di una tragedia come questa?
Forse più di molti adulti; come quelli del TG1 che calcolano lo share dello speciale sul terremoto.
O gli sciacalli di cui stanno parlando sul TG3 in questo momento.
O anche il venditore che è arrivato con la sua carne in zona e la voleva vendere a 80 euro al chilo.

Non so, volevo scrivere mille cose, e mille me ne vengono in mente... ma sinceramente sono così triste in questo momento...

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