lunedì 29 novembre 2010

La PA e il Software Libero

Volevo segnalarvi questa interessante, anche se molto breve, intervista al professor Angelo Raffaele Meo, docente del Politecnico di Torino e coordinatore di ben due commissioni ministeriali per l'open source.

Intervista a Angelo Raffaele Meo

La cosa che mi colpisce di più è questo concetto:

L’articolo 68 del Codice d’Amministrazione Digitale... prevede che un funzionario della pubblica amministrazione, prima di decidere l’acquisizione di un prodotto proprietario, verifichi l’esistenza di un prodotto libero che abbia le stesse funzionalità. ... [e] che le pubbliche amministrazioni e i cittadini dialoghino secondo standard di interoperabilità aperti.


Con una legge così, com'è possibile che nelle PA ci siano software proprietari?

venerdì 5 novembre 2010

Tabula Rasa

Ciao a tutti.

Ieri mattina ho consegnato all'Editore la versione semi-definitiva del mio nuovo lavoro, dal titolo di Tabula Rasa. Adesso si tratta di aspettare qualche settimana perché Alberto faccia il suo mestiere di controllore delle scemenze che ho scritto, poi qualche altro giorno per rifinire, e infine, fra un mesetto potrete avere tra le mani il prezioso oggetto. :-)

Argomento

Questo romanzo non è il proseguimento di "Dove la notte inizia", quindi Stefania, i sopravvissuti alla Miniera e il rancoroso ex Tenente Angeloni non sono inclusi nel "pacchetto". I protagonisti principali sono Giacomo Rizzo, sovrintendente, e l'ispettore Federica Conte alle prese con una confraternita dall'inquietante nome di "Tabula Rasa", il cui obiettivo finale risiede in uno dei principali palazzi del potere, Montecitorio.
Ma l'argomento principale non è la Politica in senso stretto. Per fortuna.
Di questi tempi è un argomento complicato e per certi versi incomprensibile, per cui meglio evitarlo.
Il racconto parla dei luoghi della Politica, e quindi sono stato costretto a uscire dal mio comodo recinto Piemontese per addentrarmi nelle lande sconosciute del Lazio. La parte finale del romanzo infatti si svolge a Roma, i primi giorni di Luglio del 2011.
Scrivere del prossimo futuro è cosa complicata e rischiosa.
Ovviamente io, da scrittore, invento, ma visto che gli avvenimenti saranno alla portata di tutti fra una manciata di mesi, il rischio di scrivere delle fesserie è altissimo!
Ho cercato di includere fino all'ultimo notizie legate all'attualità, ma domani potrebbero accadere delle cose che cambierebbero completamente la situazione, per cui quello che io ho previsto per il prossimo anno diventerebbe fantascienza :-D

La trama
Tutto inizia da una serie di attentati.
Il primo di questi avviene a Salemi, in provincia di Trapani. Qui, nel 1860 Garibaldi issò il tricolore, per la prima volta utilizzato come simbolo dell'Italia unita. Per un pomeriggio Salemi si ritrovò a essere la prima Capitale dell'Italia come oggi la consideriamo. Più o meno.
Fatto sta che questo attentato passa come un gesto dimostrativo, ma non viene subito abbinato al centocinquantenario.
Diversa la situazione quando un altro attentato distrugge quasi completamente la stanza del Parlamento a Palazzo Carignano, uccidendo tre persone.
Qui entrano in ballo Rizzo e Conte, che hanno anche il problema di un Polloni insolitamente schivo e solitario. A un certo punto il commissario deciderà addirittura di andare in ferie, lasciando i suoi pupilli da soli, in balia degli eventi.
Eventi tutt'altro che favorevoli: sembra che la comunanza dei TR abbia occhi ovunque. I due non sanno di chi fidarsi e di chi non fidarsi.
Oltre a questo arriverà da Trapani un personaggio misterioso, Tony Caruso.
Difficile capire se si tratta di un alleato o di un nemico.
Quando un terzo attentato distrugge la Sala dei Cinquecento nel Palazzo Vecchio di Firenze, l'obiettivo finale diventa chiarissimo.
I tre si spostano a Roma, dove dovranno combattere contro i TR direttamente nei Palazzi del potere, senza avere la possibilità di chiedere aiuto a nessuno. Anzi, dovranno farlo di nascosto dai loro stessi colleghi, perché è impossibile sapere chi è dalla loro parte.

Ovviamente non posso anticiparvi troppo della trama, anzi, Alberto direbbe che ho già sbordato di parecchio, ma un po' devo incuriosirvi, no? :-D

Ciao

Mario

martedì 5 ottobre 2010

Piccoli dubbi: il packaging

Obbedendo agli ordini occulti che arrivano dalla televisione, ho iniziato da un po' di tempo a bermi uno yogurt "probiotico" al giorno, subito dopo la colazione.

Ora, visto che io faccio la spesa una volta alla settimana, al giovedì, ecco che regolarmente prendo una confezione di questi piccoli barattolini.
Solo che le confezioni sono da sei... O_o
Quindi ho solo un paio di opzioni:

  1. compro DUE confezioni ogni sei settimane, mentre nelle rimanenti ne compro solo UNA
  2. l'ultimo giorno NON bevo il mio preziosissimo integratore.
Mi rendo conto che è un problema-non-problema, ma visto che c'erano non potevano pensare a una confezione da SETTE? ;-)

lunedì 4 ottobre 2010

Piccoli Dubbi: non fornicare

Come sanno molti che mi leggono, io sono un programmatore.

Una delle regole che ho imparato in questi venticinque anni di lavoro, una regola che mi ha salvato le chiappe più di una volta, è che "quello che c'è deve funzionare" e che "se non serve, non lo mettere".
Vi faccio un esempio: se faccio un programma che permetta di vedere i movimenti di magazzino, è inutile che io metta a video un pulsante con sopra scritto "F10=Scrivi Movimento", e poi scriva sotto "si raccomanda di non premere F10. Sarebbe un errore da principiante.

Ora io mi chiedo: perché il nostro progettista ci ha costruiti per fornicare come dei conigli, ma poi ce lo vieta? Eppure non è un principiante.
Mi sorge il ragionevole dubbio che quando Dio ha detto di non commettere "atti impuri" intendesse tutt'altra cosa. ;-)

Piccoli dubbi: i comandamenti

Da qualche giorno sto rimuginando sui Comandamenti.
Avete presente quelle dieci regole che stanno alla base del vivere civile secondo la religione Cristiana Cattolica?
Ecco, proprio quelli.

C'è una cosa che mi sfugge e mi genera un piccolo dubbio.

Il primo di questi comandamenti, nella forma accettata dalla CEI, dice:

Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio al di fuori di me.

Premesso che non sono assolutamente un teologo, mi limito a leggere e a cercare di capirne il senso senza fare troppi giri di parole o altre inutili riflessioni a lato.
Mi sembra che il significato sia qualcosa più che chiaro:

IO sono il tuo Dio, e nessun altro può esserlo.
Punto e basta.
Non vedo nessuna possibilità da parte di chiunque per poter affermare che qualcun altro, all'infuori del Signore, possa essere Dio.

Eppure, gli stessi Cattolici venerano Gesù Cristo come Nostro Signore.
E questo senza parlare della infinita schiera di Santi e Sante che popolano le Chiese.

Qualcuno dirà: "Va bene, ma il Dio uno e trino, dove lo metti?"
Be', rispondo, al massimo dove lo mettono i Cattolici, potrei chiedere.
Perché nel comandamento, ripeto, c'è scritto IO e SOLO IO.
Non IO e MIO FIGLIO, o IO e I SANTI.
No.
IO e BASTA.

sabato 2 ottobre 2010

Un bell'esempio

Ogni giorno mi faccio un giro sul sito de LaStampa, il giornale della mia città.

Io non seguo il calcio, perché non mi interessa, e non so a che squadra voi rivolgiate il vostro tifo, ma quello che è successo a Del Piero mi sembra bello e che debba essere diffuso il più possibile.
Sarebbe bello se questo "gioco" del regalo alla fine della partita diventasse un'abitudine.

Leggete, e sorridete ;-)

venerdì 3 settembre 2010

Bermuda Acoustic Trio

Riprendo un post sul blog di Sergio Mancinelli, per dirvi due parole su questo piccolo grande gruppo.

I B.A.T. nascono per caso durante le varie prove audio (i cosiddetti "sound check") dei concerti di Pierangelo Bertoli. Normalmente durante questi test, il tecnico audio di turno si mette alla console di controllo (il mixer) e ordina ai vari elementi di fare il loro mestiere, ossia suonare/cantare.
Molti gruppi maggiormente affermati di solito hanno già un'impostazione di massima che permette di avere il set audio quasi pronto, per cui spesso hanno un brano fatto apposta per controllare i vari livelli, la miscelazione, il profilo. Il mio gruppo, ad esempio, utilizza sempre "Baila Morena", perché comprende più o meno tutti gli elementi che servono durante il concerto (le due tastiere, i cori, gli assoli).
Bene, i nostri tre (Giorgio Buttazzo e Gabriele Monti alle chitarre e alla voce, e Kamsin Urzino al basso nella formazione originale), quando venivano chiamati ad affilare le corde, hanno iniziato a "uscire dal seminato", improvvisando su brani come "con il nastro rosa, "shine on you crazy diamond", e altre pietre miliari, infilandoci simulazioni di banjo, brani lirici (la Carmen, tanto per dire) e altri "divertissement".
Sulle prime si divertivano solo loro, ma in poco tempo si sono resi conto che anche il pubblico gradiva, eccome!

Le loro performance sono particolarmente gradite dai musicisti per passione, che vedono il brano evolversi sul palco, in diretta, partendo da un canovaccio e finendo chissà dove, nella più pura filosofia jazz.

Su Youtube potete trovare molte riprese di questi tre matti, e vi consiglio caldamente di farlo.
Purtroppo una brutta malattia si è portato via Kamsin, rendendo il paradiso un posto molto più piacevole. Il suo posto è stato preso Andrea Alessi.

Ovviamente il meglio di sé lo danno dal vivo, per cui quando passano dalle vostre parti (non "se", "quando": sono sempre in giro!!), non perdete l'occasione.

mercoledì 1 settembre 2010

Il rispetto

Una delle cose che ho imparato nella vita, e che ritengo non negoziabile, è che il rispetto deve essere sia un punto di partenza che un obiettivo.
Un punto di partenza perché quando si conosce qualcuno per la prima volta si dovrebbe partire dal presupposto che abbia qualcosa di intelligente da dire, e un obiettivo perché la persona deve dimostrare che la cosa che deve dire è intelligente.

Fatta questa importante premessa, vorrei farvi notare una piccola incongruenza tra queste due notizie:

la prima è che il nostro "ospite" Gheddafi, durante una delle sue lezioni sul Corano, ha detto che in Libia le donne sono libere e rispettate più che in occidente. E perché? Perché gli si impedisce di fare lavori non adatti a loro, come il minatore o l'autista di autobus (?).
La seconda è che da quelle parti, se una donna tradisce il marito (anche se viene violentata da qualcun altro), deve essere lapidata.

Fate voi

martedì 3 agosto 2010

Tempo da perdere

Uno dei miei amici di FB ha pubblicato un piccolo giochino che mi ha fatto riflettere.
Sedetevi comodi e rilassati e leggete questo piccolo gioiellino:

1 - non puoi toccare tutti i tuoi denti con la lingua;
2 - tutti i deficenti, dopo avere letto la prima verità, la provano;
3 - la prima verità è falsa;
4 - ora stai sorridendo, perchè TU sei un deficente;
5 - condividerai questo link per farlo leggere ad altri idioti;
7 - non hai notato che manca il punto sei;
8 - sei appena andato a vedere se è vero;
9 - ora sei un cretino a tutti gli effetti!!!!!
Il tutto a firma di tale вιмвєттα мαяѕ (ho taglincollato... non avevo voglia di cercare quei caratteri...).

Mi permetto di fare una sarie di piccole riflessioni:

1) se fai un'affermazione, un vero cretino NON controlla se è vera, ma si limita a dondolare la testa in su e in giù, con qualche centimetro di lingua di fuori;
2) non ho condiviso la serie perché mi sembra veramente stupida, quindi nessun "altro idiota" l'ha letta per colpa mia (a parte ovviamente chi sta leggendo questo post);
3) non ha messo il punto sei per controllare se siamo attenti mentre leggiamo questa stronzata, poi, quando la rileggiamo per dimostrare che comunque un po' di attenzione la facciamo, ci dà del cretino.

Non so a chi sia abituata questa bimbetta, ma a giudicare dalla firma direi che siamo nel campo dei bimbiminkia e affini, ma forse sarebbe meglio riflettesse un po' di più prima di postare a vanvera...

mercoledì 28 luglio 2010

Se hai solo un martello, tutto sembrerà un chiodo

Da diverso tempo si sta discutendo, in salotti sicuramente più importanti del mio umile angolino, se sia meglio un libro cartaceo, oppure la sua versione in formato elettronico, letta da un ebook-reader.

Se mi permettete vorrei porvi una domanda alternativa: è meglio una mela, oppure una crostata di mele?
Certo che sono due cose diverse: una è naturale, anche se richiede moltissimo lavoro (nascosto) per farla crescere, maturare, per raccoglierla e portarla sulla vostra tavola; la seconda richiede ancora più lavoro, perché la mela va presa, lavata, sbucciata, messa sulla torta (che avrete dovuto ovviamente preparare), eccetera.
Insomma, sono due cose diverse.

E allora per quale motivo si dovrebbe fare un paragone tra due cose così diverse?

Il libro è una cosa, l'e-book è un'altra.
I contesti in cui si può fruire di una cosa o dell'altra sono diversi, le possibilità sono diverse, le sensazioni finali sono, anche se di poco, diverse.
Con un libro posso leggere dove mi pare, purché ci sia luce sufficiente, sentire il crepitio della carta, il frusciare delle dita sulle pagine; posso inserire un dito e riflettere su un passaggio particolarmente evocativo. Con l'e-book no.

Con il libro elettronico posso portarmi in vacanza (o a scuola, e questo dovrebbe far riflettere), centinaia, migliaia di libri senza avvertirne il peso fisico. Posso iniziare decine di libri (magari per studiarli) e riprendere la lettura di ognuno senza dovere ricordare a quale pagina sono arrivato o a inserire decine di segnalibri. Posso fare ricerche incrociate tra libri diversi, posso fare annotazioni senza rovinare il "libro fisico". Posso scaricare da internet il giornale del giorno e vedere contenuti aggiuntivi (fotografie, video, audio). Con il libro "normale" no.

E allora per quale motivo farsi la guerra?

Secondo il mio modesto parere, le due incarnazioni dell'oggetto "libro" (cartaceo ed elettronico) possono, anzi dovrebbero, convivere serenamente.
Pensate al vantaggio da parte degli studenti di portarsi dietro UN solo reader da circa mezzo chilo pieno di TUTTI i libri che gli servono, invece che le decine di chili dei pochi che servono nella giornata.
Pensate alla comodità di partire per le vacanze con TUTTI i vostri libri, senza dovere decidere quale portare.
E alla sera, quando andate a letto potrete decidere se leggere il libro su carta, tenendo accesa l'abat-jour, oppure utilizzare il reader con una luce tenue, soffusa, che non infastidisce il vostro partner (vita vissuta, ragazzi!)

La sicurezza
Naturalmente c'è il rovescio della medaglia: gli Editori sono giustamente terrorizzati da una tecnologia che è in grado di copiare senza la minima perdita di qualità, per un numero infinito di volte il frutto del proprio lavoro, e molti tendono a rifiutarla.
Sono convinto però che non accettare nuove soluzioni, possa solo portare a nuovi mali, come diceva Bacone (ho usato Wikiquote: su carta, senza sapere l'autore, ci avrei messo giorni): rifiutare i vantaggi della nuova tecnologia, è come buttare il bambino con l'acqua sporca, rinunciare ai tanti vantaggi per il rischio di pochi svantaggi (pochi ma, devo riconoscerlo, gravi).

Da informatico posso assicurarvi che una soluzione verrà trovata, prima o poi: qualcuno troverà il modo, il sistema, l'algoritmo, il chip necessario per proteggere l'investimento di coloro che un libro lo generano.
E, temo, qualcun altro troverà il modo per girare intorno alla protezione, ma questo è un altro problema... :-)

venerdì 16 luglio 2010

Concorrenza anche nelle ferrovie italiane

Mi sembra un'ottima notizia.

La società Arenaways, società Italianissima, è la prima concorrente diretta delle nostre Ferrovie dello Stato.

Per adesso parliamo di una decina di collegamenti tra Torino Porta Susa e Milano Porta Garibaldi, coperti in un'ora e mezza circa con mezzi estremamente eleganti e confortevoli, costruiti in Polonia, ma ideati nel nostro Piemonte (a Biella, per la precisione).


Ovviamente è necessario provarlo sul campo questo servizio, anche per vedere in che modo potrà affrontare gli endemici ritardi che affliggono le nostre FFSS.

Mi piacerebbe fare un giretto fino dai nostri cugini Milanesi, approfittando anche di un prezzo decisamente concorrenziale di circa 17 €.
Se riesco a organizzarmi vi faccio un bel reportage, eh? :-)

Ciau a tutti

venerdì 9 luglio 2010

La mia prima recensione!!

Mi spiace essere auto-celebrativo, ma in fondo lo scopo di un blog è proprio quello di innalzare agli onori della cronaca dei signori nessuno come me, no?

Il sito "Corpi Freddi", che si occupa attivamente di letteratura/editoria, ha pubblicato una recensione del mio libro, "Dove la notte inizia".
Quando ho iniziato a scrivere questa storia, che si svolge per due terzi nel sottosuolo, non avevo certo in mente la pubblicazione, al massimo potevo arrivare a qualche decina di amici più o meno vicini; spingendomi oltre potevo vedere di raggiungere gli amici degli amici. E basta.
Invece la cosa è cresciuta: Alberto Giachino, della Graphot (Spoon River) editore, ha voluto credere nel mio lavoro e a quanto pare non ha troppo sbagliato.
La cosa che più mi ha fatto piacere è di avere visto le frecce scoccate dal mio arco colpire in modo tanto preciso.
Marianna de Rossi, infatti, scrive:
in qualche passaggio ho anche strizzato gli occhi come si fa davanti a qualche scena un po’ raccapricciante di un film
Quindi sono riuscito a spaventarla :-)

E devo anche riconoscere che questo commento in particolare mi ha fatto un grandissimo piacere:
La scrittura di Pippia è semplice, diretta e immediata...
Non so se è corretto ringraziare per una recensione, però mia mamma mi ha insegnato l'educazione, e questa prevede che a un complimento, anche se meritato, si risponda sempre con un grazie :-)

lunedì 21 giugno 2010

Viva le mamme!!

Ogni tanto capitano queste notizie che sembrano minori, ma che forniscono diversi spunti di riflessione.

Innanzi tutto vediamo di cosa parliamo.
Due donne, e non poteva essere altrimenti, hanno fatto di necessità virtù e dopo essersi "sganciate" dal mondo del lavoro dipendente, hanno creato una società che si chiama "40 settimane", esattamente come il tempo che impiega un pupo a venire alla luce. Settimana più, settimana meno, ovviamente.
E hanno inventato, tra le altre cose, una maglietta chiamata "Milkshirt",traducibile all'incirca come "maglietta per il latte", che sembra davvero il classico uovo di Colombo: con un ingegnoso meccanismo, la neo-mamma può scoprire l'area interessata e nutrire il pargolo affamato senza esibirsi in imbarazzanti spogliarelli.

Sono convinto che sia un'idea semplicemente ingegnosa, e il vero ingegno si vede nella semplicità, e voglio fare i miei complimenti alle due donne, Paola Ottavis e Silvia Neirotti, sia per l'intelligenza, sia per avere corso il rischio del lavoro indipendente e di avere vinto la scommessa.

Però vorrei fare una piccola riflessione sulla necessità di "nascondere" un atto meraviglioso come quello, da parte di una madre, di allattare al seno il proprio figlio.
Ma che razza di mondo siamo diventati?
Accettiamo tette e culetti esibiti in televisione senza nessun problema, non ci crea imbarazzo bestemmiare come dei turchi davanti ai bambini quando la nostra squadra di calcio perde, non ci facciamo scrupoli a calpestare qualsiasi regola del vivere civile; ma quando vediamo un bambino che succhia la vita direttamente dalla donna che la vita gli ha donato, allora ci sentiamo imbarazzati.
E non sto parlando solo dell'Italia: la scorsa estate, a Madrid, davanti alla Maya Desnuda di Goya, una signora è stata invitata a uscire, perché aveva osato "desnudare" un seno per allattare il proprio piccolo. Ma ovviamente nutrire un bambino non è arte...
Una cosa simile è successa a una signora a Roma.

Spesso mi chiedo se la nostra società civile è davvero così "civile"...

(Fonte: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/costume/articolo/lstp/250022/)

giovedì 17 giugno 2010

Scrittura Creativa: Tabula Rasa

Ciao a tutti,

la settimana scorsa ho terminato la stesura della bozza per il mio nuovo lavoro, dal titolo provvisorio-ma-probabilmente-definitivo, di "Tabula Rasa".
In questo romanzo ho voluto provare a mettere un po' più di azione nel racconto, e per questo motivo i protagonisti principali sono i "giovani" della squadra, Federica Conte e Giacomo Rizzo (in rigoroso ordine alfabetico).

Si verificano alcuni attentati, all'inizio "mascherati" ma non troppo da incidenti, in luoghi legati all'Unità d'Italia, e questo fa capire ai nostri eroi che un'organizzazione sta cercando di arrivare nelle stanze della politica per fare pulizia.
Affiancati da Tony Caruso, collega di Trapani, arriveranno a Roma per cercare di sventare l'attentato finale. E dovranno guardarsi sia dai killer dei congiurati, sia dai loro stessi colleghi, perché i membri della Comunanza sono infiltrati ovunque, e non è possibile capire di chi ci si può fidare.

Adesso la palla passa ad Alberto, l'editore, che dovrà leggere la prima stesura, stroncarmela come sempre proponendo milioni di modifiche, e soprattutto obbligandomi a cercare un titolo alternativo, visto che di certo "Tabula Rasa" non gli piacerà :-)
Ma è tanto un bravo ragazzo, per cui cercherò di accontentarlo...

Alla prossima

venerdì 14 maggio 2010

Creatini: Wilkinson

Poche parole: non ce n'è bisogno...

Non capisco se il creatino è chi ha inventato questa roba, oppure se chi l'ha tradotta...

sabato 3 aprile 2010

CreatiVi: Emanuele Pirella

Visto che in questo blog si parla ogni tanto anche di pubblicità, con la P minuscola, il mio amico Gianlu(ca) mi ha fatto notare che è buona cosa dire due parole anche su un artista scomparso da poco, e che con il suo lavoro ha fatto diventare maiuscola l'iniziale.

Emanuele Pirella alla maggior parte dei miei lettori potrà dire poco, ma per farvi capire il suo spessore mi basterà dire due frasi che ha inventato e reso celebri:

"Nuovo? No, lavato con Perlana"
"O così o pomì"

Alzi la mano chi non ha usato queste frasi almeno una volta nella vita al di fuori della pubblicità! :-)

Sue anche la meravigliosa pubblicità con il lato "B" della Hunziker (così dice la leggenda) e la scritta "Chi mi ama mi segua" e l'idea geniale di utilizzare il proprietario di un'azienda per pubblicizzarla (Giovanni Rana).

Grazie Emanuele, e cerca di mandare un po' di sale nella zucca dei tanti creatini che infestano il TUO mondo! :D

martedì 16 marzo 2010

Creatini: Eni

Devo ammettere che odio profondamente quelle "sit-com" nelle quali a ogni scemenza che viene pronunciata, un tecnico opportunamente istruito fa partire una registrazione di risate che dovrebbero invogliare l'annoiato spettatore a ridere a sua volta.

Bene. Non contenti di averci rotto gli ammennicoli per anni con queste odiosità, adesso i nostri Creatini, non potendo esimersi dal darci nuove gioie, hanno pensato di fare la stessa cosa per una pubblicità.
Per la verità una stupideria simile l'avevano già fatta per un prodotto decisamente diverso, delle insalate già pronte, ma in questo caso specifico c'è un'aggravante notevole: che le battute sono di un'idiozia pressoché totale.

Esempio: due gemelli arrivano al distributore, e uno dei due dice: "Ci fa il pieno con il carburante XYZ, così abbiamo punti doppi?"
Risate...
A questo punto i casi sono due: o sono scemo io (probabile) perché non la capisco, oppure il Creatino ha colpito ancora (altrettanto probabile) e la battuta non farebbe ridere in ogni caso.
Ma allora mi chiedo: perché aggiungere le risate registrate?

martedì 2 febbraio 2010

Editoria a Pagamento

Editoria a Pagamento

Gli amici di zero91 hanno lanciato una nuova sfida: boicottare l'editoria a pagamento (EAP).

Per quale motivo si fa questa battaglia?
Il motivo è semplice e complesso allo stesso tempo.

Molte, moltissime persone hanno il classico "romanzo nel cassetto", e sognano prima o poi di vederlo trasformato in un libro. E proprio su questo desiderio fanno leva questi Editori. Alcuni, più correttamente, offrono anche un servizio di correzione e di consigli, limitati all'area estetica del lavoro. Pochissimi danno consigli sul contenuto del romanzo, e questo perché, per la maggior parte, non viene in realtà neanche letto.
Il risultato finale è di generare moltissimi volumi di bassa qualità.
Per di più spesso la distribuzione non viene neanche gestita dall'EAP, che si limita a stampare e a vendere i volumi alo stesso scrittore.

In pratica si tratta di tipografie.
Ma per questo tipo di attività ci sono già, appunto, i tipografi.

Il "vero" Editore è prima di tutto un imprenditore, una persona che rischia sulla propria pelle il risultato delle proprie decisioni.
E per questo motivo scandaglia il vasto sottobosco degli aspiranti scrittori alla ricerca del cavallo, se non vincente, almeno piazzabile.
Ci sono tante persone che scrivono bene al mondo, e alcune non lo sanno neanche.
E ci sono tante persone che credono di scrivere bene, e non lo sanno neanche loro.
Il lavoro del "vero" Editore è di scoprire questi talenti, valorizzarli nelle loro qualità, limare gli aspetti negativi e, ovviamente, guadagnarci.
Il frutto finale, il "libro", deve essere un prodotto piacevole per chi lo legge, e remunerativo per chi lo ha scritto e per chi lo ha pubblicato.

Solo in questo modo la nostra cultura, che è bene ricordare, si fonda sulla parola scritta, potrà migliorare e mantenersi viva.

domenica 24 gennaio 2010

L'Arcilettore chiude

Càpita a volte di scoprire mondi nuovi, realtà che ci scorrono di fianco senza vederle. Di solito la molla che fa scattare il meccanismo è un evento casuale: un incontro, un articolo di giornale. Magari quella volta che abbiamo deciso di girare ancora una pagina del libro che stiamo leggendo e, vedendo la bibliografia, abbiamo pensato di andare a dare un'occhiata.
Fino a quando non ho deciso di provare a pubblicare uno dei miei racconti, non immaginavo l'esistenza di un sottobosco (mi scuso per il termine, che non vuole assolutamente essere dispregiativo) di realtà minori, piccole e piccolissime, che nel mondo dell'editoria cercano di sopravvivere. E proprio come un sottobosco, calpestato e ignorato, alle volte, anzi spesso fa nascere frutti meravigliosi (funghi o tartufi o fiori), ecco che queste luoghi riescono a creare piccoli miracoli.
Ma il sottobosco viene, appunto, ignorato e calpestato. Magari non per cattiveria, ma solo per ignoranza (intesa come mancanza di conoscenza) o superficialità. Viviamo in tempi frenetici, e anche il tempo da dedicare alla lettura "deve" essere ottimizzato, per cui meglio (?) rivolgerci a case editrici grandi o ad autori famosi per poter essere sicuri di prendere un prodotto che sicuramente (?) ci soddisferà.
E così facendo, guardando le alte fronde degli alberi imponenti che si stagliano sull'orizzonte, perdiamo l'occasione di vedere il bello che c'è vicino ai nostri piedi. Umile ma importante.

Non ho mai sentito di parlare dell'Arcilettore fino a oggi, leggendo il post di Andrea sul blog di Las Vegas (c'è il link sul titolo di questo post), e la prima cosa che mi è venuta in mente quando l'ho letto è stata «Porca miseria, cosa mi sono perso?».
Non so ancora mi sono perso, spero di mettermi in pari in qualche modo, ma di una cosa sono sicuro, esattamente come Andrea:

tutto il mondo editoriale e letterario oggi deve sentirsi più povero.

mercoledì 13 gennaio 2010

Razzismo?

Curioso come un termine possa cambiare il suo significato, diventando un insulto oppure un termine accettabile.

Del secondo gruppo fanno parte moltissimi termini: il primo che mi viene in mente è minchione, che non è propriamente una bella parola, ma che ha perso il significato originario di "grossa testa di..."

Del primo invece fa parte la parola razzista, che mi dà da pensare da diverso tempo.
Il razzista, stando a quanto dice il vocabolario, è chi fa discriminazioni in base alla razza; in pratica chi ritiene la propria razza superiore alle altre, che sono tutte indiscriminatamente inferiori. Questo non è decisamente una bella cosa, ovviamente.
Ma io mi chiedo cosa cambierebbe se sostituissimo la frase "che discrimina in base alla razza", con questa:
"che ritiene le razze diverse tra loro".

Il termine "diverso" è un altro che fa parte dell'elenco delle parole che hanno cambiato significato: diverso vuole dire non uguale, e non migliore o peggiore, ma è con quest'ultima accezione che viene normalmente recepito.
E non ne capisco il motivo.
Se io dico che una pera è diversa da una mela, nessuno trova da ridire.
Ma se dico che un Lappone è diverso da un Maori, allora divento automaticamente razzista.
Mi (e vi) domando: vi pare che un Brasiliano e un Ungherese siano uguali?
Spero per loro che abbiano ognuno gusti diversi, passioni diverse, interessi diversi, e che i loro popoli abbiano tradizioni diverse e diverse storie.
Diverse, ma non migliori o peggiori. Solo diverse.

Ma le diversità sono risorse.
Andiamo a mangiare nei ristoranti etnici proprio per sentire la differenza di gusto degli altri popoli; facciamo viaggi estenuanti per andare a visitare popoli lontani (va be', qui entra in ballo il circuito degli spettacoli per turisti, che niente hanno a che fare con la popolazione vera e propria...)

Temo che il problema sia sempre il solito: è molto facile considerare gli altri diversi da noi; molto meno ricordarsi che, per gli altri, i diversi siamo noi.

lunedì 11 gennaio 2010

Anobii: un bel sistema :-)

Carissimi :-)

Grazie al solito Mariano, che invece di studiare girella su Internet, ho scoperto questo sito piuttosto interessante.
Consente di creare una propria collezione di libri, con tanto di copertine, scaffale e recensioni, e di condividere pensieri e opinioni con altri utenti.
Si possono scambiare opinioni, ma anche consigliare libri a chi potrebbe essere interessato, oppure chiedere consigli a chi ha già letto un libro.

Provate a cliccare qui sotto, e sarete magicamente trasportati in un nuovo universo colorato! :-D

More about Dove la notte inizia

mercoledì 6 gennaio 2010

Creatini: che Banca!

Che Banca!

Premetto che sono molto prevenuto contro le pubblicità che riprendono brani famosi modificandone il testo.
E' un facile sistema per fare un pubblicità, prendendo un sacco di soldi, con pochissima fatica.
Quindi sono parecchio contrario alla campagna di questa banca, che in tutti gli spot ha usato diversi brani ("Che bambola" interpretato originariamente da Buscaglione è stato il primo).

Ma l'ultima alzata d'ingegno dei creatini è andato molto vicino a essere accusabile di blasfemia: il meraviglioso "Va Pensiero", di Verdi, un brano che è quasi un inno (è anche stato scelto dalla Lega proprio come inno), è stato preso pari pari, e sulla parte che canta "sull'ali dorate" è stato sovrapposto "al conto deposito".

A parte che "non ci sta" metricamente, ma mi chiedo: ne avevamo bisogno?
Non solo della pubblicità in sé, ma anche di persone che prendono soldi per creare queste boiate? Possibile che non ci siano in Italia musicisti in grado di creare un brano originale?

Se questa banca fosse l'ultima della terra, terrei i soldi sotto il materasso, giuro!

martedì 5 gennaio 2010

Creatini: Viakal

Viakal

Continuiamo il nostro viaggio nel mondo dei creatini, dando uno sguardo a una simpatica telenovela.
Infatti il messaggio viene inviato attraverso un curioso gruppo "familiare": un ragazzo e due ragazze. Ricorda vagamente "tre cuori in affitto", una simpatica sit-com degli anni 80 (se non ricordo male), dove però il "lui" della situazione era perennemente impegnato nel tentativo di attentare alle virtù di una delle due "lei".
Nel nostro caso, invece, pare che il "nostro" sia quanto meno freddo nei confronti delle due pur aitanti giovinotte, e che tutto il suo interesse sia rivolto alla gestione della casa. Il perché di tanto distacco lo scopriamo nell'ultimo episodio della serie, nel quale Massimo (questo il suo nome), avverte le coinquiline dell'imminente arrivo della madre.

Ora, da quel momento in avanti abbiamo una serie di scemate una dietro l'altra:

1) Una delle due nota che il lavandino è sporco di calcare. Non sarebbe male, dal mio punto di vista, tenerlo pulito usando un detersivo normale ogni settimana, almeno. Essendo in tre non dovrebbe essere un problema no? invece pare di sì, visto che il lavandino in questione sembra essere stato scambiato con il water.
2) La stessa ragazza fa notare che il prodotto pubblicizzato non si può usare tutti i giorni, sennò "addio lavandino". Ma non era un caso di emergenza? E poi mi state dicendo che un lavandino in ceramica ha paura di un po' di anticalcare?
3) Massimo lo estrae da un armadietto dicendo che invece la formula innovativa permette di usarlo tutti i giorni (= è poco potente... ovvio, no?). E allora perché non lo fanno? Devono aspettare la minaccia dell'arrivo della terribile mamma?
4) Con una sola semplice passata il calcare viene prontamente eliminato. Non so se a voi è capitato, ma io non ci sono mai riuscito al primo colpo. Quindi i casi sono due: o il "calcare" nel lavandino è poco (e quindi viene via anche con un po' di acqua), oppure non è vero che il prodotto è poco potente (ma allora non si può usare tutti i giorni...)
5) Arriva la mamma, e qui capiamo perché Massimo è sempre così tranquillo (Freud avrebbe di che divertirsi!). La prima, e unica, cosa che fa la donna, è proprio il controllo del lavandino.

Io sono assolutamente favorevole agli spot che simulano la vita reale, ma forse sarebbe meglio renderla un po' più realistica, no? :-)

sabato 2 gennaio 2010

Una nuova rubrica, che ne dite?

Ciao e buon anno a tutti :-)

Cosa ne pensate di iniziare l'ultimo anno del primo decennio del terzo millennio (eh? ah, sì, capito...) con una nuova rubrica?
Il titolo potrebbe essere: pubblicità, luci e ombre...
Uhm, no. Troppo formale...
Vediamo... Tutto quello che avreste voluto sapere...
No, questo è troppo lungo.

Trovato: i Creatini!
Ossia, quando il creativo inventa una cretinata per pubblicizzare un prodotto, diventa un Creatino! :-)

Bene, adesso che abbiamo battezzato la nuova rubrica, cominciamo con la nostra prima vittima.

Elah Bigfruit

Ne hanno fatte due versioni: una con una ragazzina, evidentemente figlia di papà, visto il tipo di hobby che ha, che se ne passeggia con il suo cavallo al seguito, sventolandogli sotto il naso le caramelle gommosissime e buonissime, che un qualsiasi cavallo venderebbe gli zoccoli posteriori per poterle mangiare, e quando lui tenta un timido approccio, lei lo rimprovera dicendogli "Cavallo goloso!".
Lui è goloso! Non lei che le mangia. No, è lui che vorrebbe mangiarle a essere goloso.
Ci hanno poi provato con il delfino e il ragazzino. Un altro target improbabile (quanti ragazzi hanno la possibilità di avere come amico un delfino? I Samoani non rispondano, per cortesia...), ma la storia è uguale: caramelle sventolate sotto il naso, e poi "Delfino goloso!"
Una sola speranza: che tutte quelle caramelle obblighino i due torturatori a bere LITRI di Activia, con la Marcuzzi che li ingozza!
Altro che stitichezza!