lunedì 9 giugno 2008

Poteva andare meglio

Ma indubbiamente poteva anche andare peggio...

Parlo del concerto di sabato sera (7 Giugno 2008).
Non abbiamo suonato malissimo, non peggio del solito, se non altro, e il nuovo entrato, Gianmarco, si è comportato in maniera egregia; anzi, forse è stato il migliore in campo.
Il problema è stata una sensazione di scoramento generale, come quando stai facendo qualcosa che sai che non puoi controllare e che dipende da altri.
Ve la faccio breve.
Siamo andati intorno alle 18:00 per l'installazione e per le prove. Chi suona o ha qualche amico che lo fa, sa che il concerto vero e proprio dura molto meno della preparazione del sito: installare la strumentazione, collegarla all'impianto audio, regolare toni e suoni e soprattutto impostare i volumi reciproci.
Noi abbiamo impiegato circa un paio di ore per fare il tutto. Fabio si è occupato di impostare i suoni e andava tutto piuttosto bene; forse il volume era un pochino alto, ma si poteva abbassare.
Oltre tutto noi abbiamo il vantaggio che Enriquez usa una batteria di tipo elettronico, quindi molto più semplice da regolare rispetto a una tradizionale con i tamburi, i microfoni e tutto il resto.

Fatto sta che quando è cominciato il concerto, ci ha voluto mettere mano il proprietario, Giorgio.
Che è tanto una brava persona, ma che, detto sinceramente, secondo me non ha tanto buona mano con i suoni. E' tastierista anche lui e suona decisamente bene (probabilmente anche meglio di me). Ma non mettetelo dietro a un mixer: è in grado di danneggiare seriamente qualunque set-up sonoro, riducendolo a brandelli e, peggio, a un ammasso informe di suoni.

Fatto sta che per quasi tutto il concerto ha imperversato su quella povera superficie di controllo, creando un pasticcio abbastanza incomprensibile di suoni. Ogni tanto, a quanto mi hanno detto amici e parenti intervenuti, ogni tanto si riusciva a sentire la voce di Elena; a volte capitava anche che io riuscissi a sentire cosa facevo e quindi ad azzeccare le note (ho fatto un paio di svarioni abbastanza orripilanti...)
Ma la chicca è stata alla fine: avevamo deciso di chiudere qualche pezzo prima (anche per cambiarci), stare fuori due minuti al massimo, e poi tornare per gli ultimi tre pezzi.
Ora, converrete con me che in un caso del genere ci stava bene un po' di silenzio, per consentire alla claque di urlare "fuori, fuori!" (li abbiamo addestrati bene i nostri fans! :-D).
E invece no. Giorgio, appena siamo usciti, ha messo un CD!
Raccolti i testicoli sono andato a dirgli che dovevamo ancora fare tre pezzi e lui, candidamente, mi ha detto che lo sapeva, ma che riteneva che c'era "il buco" e quindi andava riempito con un po' di musica...

Senza parole.

Comunque il finale è andato decisamente meglio del resto, e finalmente siamo riusciti a mettere la parola "FINE" alla tortura.
Non so se torneremo a suonare lì...

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