lunedì 21 giugno 2010

Viva le mamme!!

Ogni tanto capitano queste notizie che sembrano minori, ma che forniscono diversi spunti di riflessione.

Innanzi tutto vediamo di cosa parliamo.
Due donne, e non poteva essere altrimenti, hanno fatto di necessità virtù e dopo essersi "sganciate" dal mondo del lavoro dipendente, hanno creato una società che si chiama "40 settimane", esattamente come il tempo che impiega un pupo a venire alla luce. Settimana più, settimana meno, ovviamente.
E hanno inventato, tra le altre cose, una maglietta chiamata "Milkshirt",traducibile all'incirca come "maglietta per il latte", che sembra davvero il classico uovo di Colombo: con un ingegnoso meccanismo, la neo-mamma può scoprire l'area interessata e nutrire il pargolo affamato senza esibirsi in imbarazzanti spogliarelli.

Sono convinto che sia un'idea semplicemente ingegnosa, e il vero ingegno si vede nella semplicità, e voglio fare i miei complimenti alle due donne, Paola Ottavis e Silvia Neirotti, sia per l'intelligenza, sia per avere corso il rischio del lavoro indipendente e di avere vinto la scommessa.

Però vorrei fare una piccola riflessione sulla necessità di "nascondere" un atto meraviglioso come quello, da parte di una madre, di allattare al seno il proprio figlio.
Ma che razza di mondo siamo diventati?
Accettiamo tette e culetti esibiti in televisione senza nessun problema, non ci crea imbarazzo bestemmiare come dei turchi davanti ai bambini quando la nostra squadra di calcio perde, non ci facciamo scrupoli a calpestare qualsiasi regola del vivere civile; ma quando vediamo un bambino che succhia la vita direttamente dalla donna che la vita gli ha donato, allora ci sentiamo imbarazzati.
E non sto parlando solo dell'Italia: la scorsa estate, a Madrid, davanti alla Maya Desnuda di Goya, una signora è stata invitata a uscire, perché aveva osato "desnudare" un seno per allattare il proprio piccolo. Ma ovviamente nutrire un bambino non è arte...
Una cosa simile è successa a una signora a Roma.

Spesso mi chiedo se la nostra società civile è davvero così "civile"...

(Fonte: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/costume/articolo/lstp/250022/)

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