Ammetto di essere relativamente poco attento alla situazione in Val di Susa di questi ultimi anni. Non so per quale motivo, ma a volte ho l'impressione che sia simile a quello che avviene tra marito e moglie, o tra antichi amici, per cui si litiga, ci si guarda in cagnesco per anni, poi lo si continua a fare senza però ricordare esattamente il motivo per cui lo si fa.
Magari sbaglio.
Ho provato a cercare di capire le ragioni del NO e quelle del SI, e sinceramente mi sembra che la questione sia piuttosto semplice: al di là della ragione, essendo noi in una Repubblica Democratica (e, aggiungo, basata sul lavoro), alla democrazia ci dobbiamo appellare.
E questa stabilisce che una minoranza NON può decidere per tutti (a parte la classe politica, ovviamente, ma qui esuliamo dal discorso principale. E poi sono comunque eletti da noi...).
Ora, che i Valsusini, o meglio, la maggioranza di questi non vogliano la TAV mi sembra piuttosto chiaro. Però mi permetto di far notare che la Val di Susa NON appartiene ai Valsusini, ma a tutta l'Italia, e quindi a tutti gli Italiani. Anche se immagino che di quello che capita così a Nord ai Napoletani (tanto per dire) interessi molto poco, soprattutto considerando i problemi che hanno già loro.
Quindi, visto che lo Stato ha deciso che la TAV si deve fare, la TAV si fà, e basta.
E questo lo dico pur dispiacendomi per gli autoctoni.
È evidente come a chiunque darebbe fastidio avere un cantiere che per anni ti deturpa il paesaggio, avere un treno che passa a trecento all'ora vicino a casa (non sarà così, ma questi sono dettagli), che girano le balle quando ti espropriano il tuo terreno pagandolo un quarto del dovuto.
Ma quando i lavori saranno finiti, il treno toglierà traffico su gomma; i convogli non passeranno mai a quella velocità, e comunque la linea verrà costruita lontana, per quanto possibile, dai centri abitati. Senza contare le ricadute positive per l'intera Pianura Padana.
E per anni ci sarà lavoro per i cantieri, lavoro al quale parteciperanno anche gli abitanti della Val di Susa.
Continuo a essere confuso, ma di una cosa sono sicuro: opporsi alla TAV è lecito e sacrosanto. Impedirne la costruzione con la violenza, no.