giovedì 2 luglio 2015

L'SQL senza l'SQL, parte terza

Come vi avevo promesso nella scorsa puntata, voglio ancora parlarvi di una funzione piuttosto interessante del modulo "Script SQL" presente nell'Operation Navigator.

Salvare i risultati

Normalmente l'SQL viene utilizzato come strumento di analisi e di modifica "al volo" dei data base.
Ma come possiamo fare se desideriamo salvare il risultato di un'estrazione?

La cosa, come vedremo, è piuttosto semplice e permette di ottenere un discreto risultato.

Per prima cosa, osservate la barra menù nella parte superiore, e trovate la voce Opzioni. Cliccateci, e verificate che il nome "Consenti salva risultati" sia flaggato con un segno di spunta a sinistra. Se non lo è, ovviamente, cliccateci.

Adesso preparate il vostro comando SQL, magari utilizzando il "wizard" di cui abbiamo parlato la scorsa volta, ed eseguitelo premendo ctrl-R, oppure il tasto a forma di clessidra nella barra dei comandi.
Nella parte inferiore apparirà il risultato.

A questo punto parte la cosa divertente: premete con il tasto destro del mouse, e scegliete Salva risultati, oppure premete ctrl-S, e vi comparirà uno schermo simile a quello riportato qui sotto.


Mi sembra che ci sia pochissimo da spiegare, no?

Come al solito vi invito a giocare con questa soluzione, e a farmi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima

lunedì 29 giugno 2015

L'SQL senza l'SQL, parte seconda

Come spesso capita, l'appetito vien mangiando, e giocando con l'applicazione di cui abbiamo parlato nello scorso post, sono saltate fuori alcune opzioni interessanti.

Una mano nella creazione del comando

Come avviene anche nella versione "a caratteri" dell'SQL, è possibile richiedere un ausilio alla creazione del comando da eseguire.
Posizionatevi nella parte superiore del pannello, e premete il tasto standard per la richiesta del "prompt" su iSeries, l'F4. Vi si aprirà una nuova applicazione che, in modo molto semplice, vi guiderà nella selezione della libreria, del file, dei campi da selezionare, delle condizioni where, di raggruppamendo e di ordinamento. Potrete scegliere tra SELECT, INSERT, UPDATE e DELETE, quindi, praticamente, su tutto quello che vi può servire.
Per tutti gli altri comandi (create, drop, eccetera) non c'è un ausilio, ma sono comunque supportati.

Una funzione interessante è il Unisci Tabelle, che si attiva nel caso ci siano più tabelle selezionate.


Mediante questo piccolo pannello, è facile selezionare i campi di unione tra i due (o più) file, e stabilire il tipo di unione mediante il comodo "combo", oppure con il tastino "tipi di unione...", che permette di comprendere meglio il "modo" con cui l'SQL unirà le due tabelle.

Notate che, man mano che compilate il comando, questo si compone nella parte inferiore, in modo che possiamo tenere sotto controllo quello che stiamo facendo.

Conclusioni

Ecco un altro motivo per preferire questo sistema al "vecchio" (ma sempre valido, per carità!) terminale a caratteri.
Giocateci e divertitevi, domani vi scriverò un'altra interessante funzione di questo modulo.

Un abbraccio

venerdì 3 aprile 2015

La sindrome della sinistra

No, niente politica, per carità!

Politica, fede calcistica, miti musicali e gusti sessuali sono argomenti sui quali è facilissimo scivolare e battere la testa, scatenando un putiferio di "io ho ragione!", "no, ho ragione io!", "ma io ho più ragione di te!" che non concludono nulla.

La "sindrome della sinistra" di cui volevo parlarvi, è una nuova malattia che, a quanto pare, colpisce gli automobilisti.
La potete facilmente notare viaggiando su una strada qualsiasi, che abbia una dimensione tale da permettere a due vetture di procedere affiancate. Indipendentemente dalla presenza o meno della riga di separazione tra le corsie, che quanto meno potrebbe giustificare il comportamento di cui vi sto parlando, molto automobilisti tendono a viaggiare in prossimità del centro della carreggiata.

Per quale motivo, mi chiedo?
Be', volendo essere generosi, ci sono diversi motivi:

  1. a destra ci sono le macchine parcheggiate e, spesso, quelle in seconda fila;
  2. visto che stanno tutti a destra, stando a sinistra ho una visuale migliore;
  3. uhm...
Finiti i numerosi motivi, direi.
Sul fatto delle macchine in seconda fila, purtroppo hanno pure ragione.
Sul secondo punto, invece, direi proprio di no: se non altro perché sono TUTTI a sinistra!

E se questo capita nelle strade larghe, ma "monocorsia", la follia regna sovrana in quelle dove ci sono due, tre o addirittura quattro corsie, ben segnalate.
Se le corsie sono due, a destra ci sono i camion e a sinistra le macchine. E va bene.
Se sono tre, cioè la maggioranza delle autostrade e delle tangenziali, si assiste a questo fenomeno:
  • nella corsia di destra i camion più veloci e pochi furgoni;
  • nella corsia centrale le macchine meno veloci e quasi tutti i furgoni;
  • nella corsia di sinistra tutti gli altri.
Ora, poiché di macchine "meno veloci" sono rimaste solo le vecchie Panda, le Uno e qualche Centoventisette, questo vuole dire che nella corsia di sinistra ci sono praticamente tutte le vetture presenti nella strada. E tutte in coda!
Lo potete verificare in qualsiasi momento, facendo un giro.

Ma, e qui scatta la follia, questo fenomeno si verifica anche quando, di sabato e domenica, i camion nella corsia di destra NON CI SONO!
Meraviglioso: si vedono macchine tranquille in centro, macchine veloci a sinistra, e la corsia di destra perfettamente sgombra!

A questo punto parte il divertimento: viaggiare nella corsia di destra diventa estremamente fluido, senza grossi problemi (se trovate una Uno, basta sorpassarla normalmente, visto che la corsia centrale è comunque piuttosto libera), e anche rilassante.
Prima di scatenare dibattiti e denunce per incitamento alla ribellione, voglio ricordarvi che è vero che è vietato il sorpasso a destra, ma il "sorpasso" è, tecnicamente, essere dietro a una vettura, spostarsi di corsia, superarla e tornare nella corsia di prima; se procedete in una corsia senza spostarvi, NON si parla di sorpasso, ma superamento o sfilamento ;-)

Provate, e fatemi sapere.

Ciao, e alla prossima

domenica 13 luglio 2014

Le caratteristiche dei musicisti

Batterista

È la base ritmica di qualunque gruppo moderno. Deve sapere andare a tempo, sia sui pezzi veloci che su quelli lenti, infilare qualche "carineria" ogni tanto, e sapere far frullare le bacchette tra le dita.

 

Bassista

Insieme al batterista costituisce la base ritmica del gruppo, e fa da collegamento tra il ritmo e la melodia, fornendo la base tonale del pezzo. Deve essere preciso come il batterista e saper fare qualche piccolo assolo. Non troppi però. Ottimo se riesce a cantare qualche coro.

 

Chitarrista

È l'anima del gruppo.Deve conoscere gli accordi per poter fare accompagnamento, ma non è indispensabile; quando fa "i solo" deve essere veloce e preciso, ma anche se sbaglia qualcosa è comunque coperto dalla distorsione, e se è abbastanza bravo, l'errore diventa "stile".

 

Cantante

Di solito è anche il "front line man" del gruppo, quello che va avanti e indietro toccandosi l'inguine per fare scena. Ovviamente deve sapere cantare, con un'estensione decente, e magari anche suonare un po' di chitarra, ma non è indispensabile.

 

Tastierista

È necessario che il suo set di suoni comprenda un ottimo pianoforte classico, che deve saper suonare come Pollini, un Honky Tonk da usare come e meglio di Keith Emerson, un piano elettrico col quale emulare Ray Charles, strings che simulino il meglio possibile la London Simphony Orchestra oppure Uto Ughi a seconda del contesto, tappeti di pad uguali (uguali, non simili) a quelli di Vangelis (almeno un paio di dozzine), fiati che siano il più possibile uguali a quelli della Blues Brother Band.
Ovviamente in alcuni brani questi suoni devono essere utilizzati contemporaneamente, o almeno a gruppi di tre o quattro per volta. Il concetto "ho solo due mani" non è una scusa accettabile.
Deve conoscere le proprie tastiere fino all'ultimo bit, collegarle con un PC (meglio un Mac) che lo aiuti a preparare le basi indispensabili per il suo lavoro, visto che "ho solo due mani" sarà anche una scusa poco accettabile, ma è comunque un limite fisico difficilmente superabile.
Deve arrivare per primo ai concerti perché ha un sacco di roba da montare, ma per fortuna, dopo averle montate, non deve accordarle, così può lasciare il posto agli elementi importanti del gruppo (vedi sopra).
Spettacolo non ne fa molto, perché è bloccato dietro alle tastiere (in realtà anche il batterista, ma anche questa NON è una scusa accettabile). Esistono tastiere da portare a tracolla, ma si possono utilizzare solo per fare qualche mini assolo: poi deve tornare al suo posto, per lasciare il palco a cantante, chitarrista e bassista.
In realtà il tastierista non ha grande utilità, se non per rari momenti. E poi, tanto, suona con le basi.

sabato 8 marzo 2014

OttoMarzoFestaDellaDonna

Otto Marzo, festa della donna.
Ormai è una specie di modo di dire, si pronuncia tutto di seguito, fateci caso: "ottomarzofestadelladonna".
Così, senza pause.

Personalmente la trovo una "festa" un po' inutile, specialmente per come viene normalmente vissuta da molte (non tutte) le rappresentanti del gentil sesso. Ubriacature, spogliarelli, altre stronzate di questo genere, come se essere "emancipate" sia uguale a essere "volgari".
Ovviamente non tutti si comportano così: qualcuna, anche se sbagliando, ricorda che si tratta della commemorazione di una tragedia (nel 1911 un incendio in una fabbrica di camicie uccise 123 donne e23 uomini), e che, a parte questo piccolo errore che comunque ci può stare, è un'occasione per ricordare le tante lotte che le donne hanno fatto per riuscire a essere considerate qualcosa di più che fattrici, amanti e lavoratrici domestiche a basso costo.

Quello che mi chiedo è: c'è proprio bisogno di una "festa" per ricordare che una buona metà della popolazione ha dei diritti che non vengono rispettati?
Probabilmente non basta la cronaca giornaliera, che parla di una media di due donne al giorno che vengono picchiate, violentate, uccise da uomini che, subito prima, le hanno guardate negli occhi e gli hanno detto "ti voglio bene", se non addirittura "ti amo". Non basta, perché quelle sono cose che capitano agli altri, lontano dalla nostra normale realtà quotidiana, come i bambini che muoiono di fame in Africa, o i "ninos de rua" in Brasile, o le donne nascoste dai chador che non hanno il diritto di guidare.

E allora, questa festa è necessaria?
La risposta non può che essere "Sì!", con il punto esclamativo.

Ma non l'8 Marzo, non solo.

lunedì 14 maggio 2012

La linea di minor resistenza

Ieri sono stato a una Prima Comunione.

Non essendo cattolico, non sono un grande frequentatore di Chiese e di Parrocchie, ma ho un'idea abbastanza precisa del funzionamento di entrambe grazie alla mia adolescenza passata in Sagrestia, alla Crocetta (Beata Vergine delle Grazie, per essere precisi).

Ieri, però, ci sono entrato e avrei voluto seguire la Messa più per rispetto verso la bambina che si avvicinava a un Sacramento, che per me magari non vuole dire nulla, ma che per lei e per i suoi genitori è importante.
Quindi mi sono preparato con un completo grigio molto normale, sono arrivato una mezz'ora prima dell'inizio della cerimonia, e ho parcheggiato a un paio di isolati per non avere problemi di parcheggio.
Sono entrato e ho trovato posto comodamente al centro della Chiesa, a sinistra.

La Messa è iniziata correttamente alle dieci.
C'era anche un discreto ensemble di coristi accompagnati da un tastierista che sapeva fare il suo mestiere. Peccato per l'acustica che impediva di godersi le melodie.

Dopo un quarto d'ora hanno cominciato ad arrivare i ritardatari, che hanno ben pensato di entrare, arrivare davanti fin quasi all'altare, e lì fermarsi per vedere bene. Ovviamente io non vedevo più nulla, ma questo non è grave, in fondo: in una Prima Comunione non è che ci sia tutto questo spettacolo da vedere! Mi ha irritato il modo di piazzarsi davanti a tutti sbattendosene di chi stava dietro.

Lo spettacolo in realtà lo hanno dato molti dei convenuti: io non sono certo bigotto, e vedere un po' di belle donne mi fa piacere.
Ma entrare in Chiesa con minigonne, vestiti trasparenti, pantaloni attillati e scarpe "da pornostar" (altrimenti come le chiamate voi quelle scarpe con tacco 20 e plateau? Quelle nell'immagine, tanto per capirci), mi è sembrato come minimo fuori luogo.

E non è neanche un problema di bellezza, che oggi di belle donne ce ne sono tante in giro, per cui i casi di minigonna su un centoventi chili non ce n'erano tanti (ma ce n'erano!).

Altra considerazione a lato: molti dei ritardatari se ne sono ovviamente sbattuti l'anima della celebrazione, continuando a chiacchierare, anche se a bassa voce, tra di loro, sorridendosi, salutandosi con cenni e sbaciucchi vari.
Curiosamente però, quando l'officiante ha invitato a pregare con il Padre Nostro, che da qualche tempo si recita atteggiando le mani in posizione della preghiera al Sole Nascente, come la signora indù a destra.
E questo continuando a chiacchierare con gli amici.

Va be', la devozione ognuno la interpreta come crede, no?
Secondo me no, ma mica tutti siamo uguali.

In qualche modo la cerimonia ce la siamo portata a casa, e non mi sono stupito nel vedere molti dei menefreghisti di cui sopra andare a pigliarsi la comunione. E non mi ha stupito neanche quando ho notato che alcuni di questi erano già usciti durante la Messa per farsi una sigaretta.

La coscienza è la loro, e se la sentono pulita, non posso che invidiarli.

Quando sono uscito ho guardato la situazione traffico (la Chiesa è in una via piuttosto stretta) e ho visto una lunga sequenza di macchine in seconda fila, una tranquillamente messa di traverso sulle strisce, altre infilate in contro senso e sempre in seconda fila.
Naturalmente capisco che ci siano anziani che hanno bisogno di avvicinarsi il più possibile, capisco meno perché, una volta eseguito l'accompagnamento, queste macchine non possano essere parcheggiate un po' pià lontane.
Il proprietario della macchina sulle strisce è arrivato, accompagnato da una taccuta in pantaloni striminziti, e un paio di marmocchi, è salito sulla macchina e, ovviamente, l'ha accesa subito. Poi è rimasto sulle strisce col motore acceso (vorrai mica partire col motore freddo?!), ha aperto i finestrini, li ha richiusi, è sceso, ha chiacchierato ancora con i parenti (tra l'altro dietro alla sua macchina, respirando direttamente la merda che il suo motore produceva).
Nel frattempo sui sedili dietro, oltre ai due mocciosi, una signora di mezz'età sfumazzava allegramente, terminando di riempire di catrame i polmoni dei piccoli.

Ci stiamo facendo fregare da un governo posticcio, figuratevi se abbiamo i coglioni per lamentarci di un imbecille inquinatore.


giovedì 20 ottobre 2011

Pulce non c'è, Gaia sì

Va be', io sono uno che se la prende comoda: il libro di cui vorrei parlarvi è uscito l'anno scorso.
Gaia, l'autrice, e io abbiamo un'amica in comune, Tiziana, che mi aveva anche invitato a una presentazione alla quale, come troppo spesso mi capita, non sono riuscito ad andare.
E mi dispiace parecchio, soprattutto dopo avere letto il libro, perché Gaia dev'essere una persona estremamente interessante.

Cosa si può dire sulla disabilità in generale e sull'autismo in particolare che non sia già stato detto?
Gaia ce lo fa scoprire quasi con leggerezza, raccontando una storia che definire atroce è usare una gentile parafrasi, con il piglio quasi leggero della sorella grande di Pulce, a volte messa un po' in secondo piano, ma che non ne fa troppo una colpa, rendendosi conto della situazione della sorellina.

La storia in poche parole: nella famiglia tutto sommato solida di Pulce, bimba con problemi legati alla sfera dell'autismo (frase complicata, ma più corretta del semplice "autistico", che però preferisco e vorrei usare da qui in avanti) composta da padre, madre e due figlie, che faticosamente era riuscita a trovare un suo equilibrio, arriva improvvisamente la "burocrazia". Nel centro dove viene assistita, Pulce viene sottoposta a quello che si chiama, con involontaria ironia, comunicazione facilitata: in pratica quello che scrive, e che dato il suo "stato" non è esattamente chiaro, viene interpretato da un "esperto".
Il problema nasce nel momento in cui questo esperto "capisce" che Pulce è stata sottoposta ad attenzioni particolari da parte del padre.
I meccanismi perversi della burocrazia innescano una serie di provvedimenti, dei quali la famiglia sulle prime non sa nulla, che iniziano con l'allontanamento coatto di Pulce dalla famiglia, e proseguono con una serie terribile di torture (non ci sono sinonimi) nei confronti di tutti gli elementi, Pulce e sorella compresa.

Il finale, lieto ma non troppo, lascia un po' di amaro in bocca.
Non è il finale la cosa importante, ma la storia E chi l'ha scritta, in modo scorrevole, piacevole anche quando entra in argomenti difficili, e che spinge a proseguire nella lettura.

Se volete leggere un buon libro, che diverte e fa riflettere, che fa incazzare e intenerisce, provate con questo: sono sicuro che non ve ne pentirete :-)

Alla prossima

Mario

lunedì 17 ottobre 2011

Tira una brutta aria #2

Ecco, come volevasi dimostrare nel precedente post, la gente comincia davvero a rompersi le scatole. E dico scatole solo perché, in fondo, sono un signore.

Come tutti sapete sabato scorso (15/10/2011) a Roma, c'è stata una manifestazione di "indignati" , o "indignados" come vengono spesso chiamati.
Fin qui tutto bene, nel senso che un Paese dove ci si può lamentare ha ancora qualche speranza.
Purtroppo, come capita da un po' troppo tempo, la manifestazione pacifica, o comunque violenta solo verbalmente, è stata funestata dai soliti imbecilli bene organizzati che hanno messo "a ferro e fuoco" la nostra Capitale.
Non voglio stare a fare polemiche sulla possibilità di prevenire questi idioti, di isolarli e di metterli nelle condizioni di non fare danno, perché la sicurezza pubblica non è mestiere mio, e probabilmente ci sono considerazioni che non conosco.

Mi sono però positivamente stupito nel vedere molti manifestanti pacifici che hanno cercato di fermare gli stupidi di turno: una signora, per la quale nutro una fortissima simpatia, sebbene trattenuta dal marito che probabilmente valutava le dimensioni dei manganelli in mano agli idioti, cercava di raggiungerli al grido di "Ma diamoje du' pizze a st'impuniti e mannamoli via!".

Per i non avvezzi allo splendido romanesco, la "pizza" in questione non è da mangiare, anche se volendo si piglia direttamente sui denti, ma è la "sberla", lo "scapaccione" che si dà ai bambini cattivi.
Insomma, la signora diceva molto giustamente che se tutti i manifestanti si fossero dilettati nella piacevole attività di pigliare a sberle questi quattro (qualcuno di più) pirla, forse, e dico forse con la sottolineatura, ci avrebbero pensato due volte prima di fare danni.

Tra questi danni anche la ormai famosa distruzione della madonnina.
Personalmente non sono cattolico, per cui per la mia visione della religione quella statua aveva lo stesso valore intrinseco di un nanetto da giardino.
Ma qui parliamo del valore che l'oggetto ha per gli altri. A me non interessa, ma non è detto che quello che non interessa a me non abbia interesse per nessuno.

Si tratta di semplice rispetto, qualcosa che i violenti pretendono ma non hanno intenzione di riconoscere agli altri.

Ultima cosetta a margine: ho molta simpatia, a giorni alterni, per Pannella, radicalmente radicale, che sabato ha provato a mettersi nel corteo, ed è stato preso a insulti e sputi tutt'altro che metaforici.
Ora, al di là della realtà che indica come siano stati i Radicali, all'opposizione ma non troppo, a NON far cadere quel governo contro il quale stavano manifestando, e senza commentare i pallidi, assurdi tentativi di giustificarsi, mi chiedo come sia possibile che una persona di solito attenta alla "piazza" come Pannella non si sia reso conto che la gente è incazzata con TUTTI i politici.
Anche se fosse andato Casini, tanto per dire uno che, senza offesa, ma non ha ancora fatto niente nel bene e nel male, probabilmente l'avrebbero preso a calci nel sedere.

Staremo a vedere, gente

Mario

giovedì 28 luglio 2011

Tira una brutta aria

Non so se capita anche a voi, ma credo proprio di sì.

Da diverso tempo sento sempre più gente incazzata (non ci sono sinonimi in questo caso) nei confronti della cosiddetta "Casta", che ormai tutti fanno coincidere con il termine "politico", in senso generale.
L'opinione più leggera che sento è che "dovrebbero andarsene tutti a casa", ma si arriva anche a minacce più o meno velate di bombe e attentati vari.

Proprio per questo motivo ne ho fatto l'argomento del mio libro "Tabula Rasa": tanta gente così incazzata non può restare in silenzio per sempre.
Un giorno arriverà qualcuno che si prenderà il mal di pancia di organizzare una prima "offensiva", e sono sicuro che molta gente gli andrà dietro.
Non si parla di girotondi (e chi se li ricorda?!) o di cortei, che di quelli ne abbiamo tutti i giorni, basta guardare la povera Parma.
No, qui si parla di un fiume di gente che arriva a Roma arrivando da ogni singola città d'Italia, entra nel Parlamento e porta via di peso tutti quelli che sono dentro, eletti e non eletti.

E poi?

E poi non lo so, ma so che quando voglio fare pulizia nel mio "armadio da lavoro", sempre pieno di roba che non mi servo, io faccio proprio così: tiro fuori tutto e poi lo rimetto dentro. Quello che non ci sta più lo butto.
Non so se si può fare anche con i Politici, ma sono quasi certo che se si dovesse ricominciare da capo, da zero, dopo avere fatto tabula rasa degli attuali governanti, la maggior parte di loro non riceverebbe più tutti i voti che adesso li giustificano nelle loro posizioni.

Spero, almeno.

martedì 28 giugno 2011

Boh TAV

Ammetto di essere relativamente poco attento alla situazione in Val di Susa di questi ultimi anni. Non so per quale motivo, ma a volte ho l'impressione che sia simile a quello che avviene tra marito e moglie, o tra antichi amici, per cui si litiga, ci si guarda in cagnesco per anni, poi lo si continua a fare senza però ricordare esattamente il motivo per cui lo si fa.
Magari sbaglio.

Ho provato a cercare di capire le ragioni del NO e quelle del SI, e sinceramente mi sembra che la questione sia piuttosto semplice: al di là della ragione, essendo noi in una Repubblica Democratica (e, aggiungo, basata sul lavoro), alla democrazia ci dobbiamo appellare.
E questa stabilisce che una minoranza NON può decidere per tutti (a parte la classe politica, ovviamente, ma qui esuliamo dal discorso principale. E poi sono comunque eletti da noi...).

Ora, che i Valsusini, o meglio, la maggioranza di questi non vogliano la TAV mi sembra piuttosto chiaro. Però mi permetto di far notare che la Val di Susa NON appartiene ai Valsusini, ma a tutta l'Italia, e quindi a tutti gli Italiani. Anche se immagino che di quello che capita così a Nord ai Napoletani (tanto per dire) interessi molto poco, soprattutto considerando i problemi che hanno già loro.
Quindi, visto che lo Stato ha deciso che la TAV si deve fare, la TAV si fà, e basta.
E questo lo dico pur dispiacendomi per gli autoctoni.

È evidente come a chiunque darebbe fastidio avere un cantiere che per anni ti deturpa il paesaggio, avere un treno che passa a trecento all'ora vicino a casa (non sarà così, ma questi sono dettagli), che girano le balle quando ti espropriano il tuo terreno pagandolo un quarto del dovuto.
Ma quando i lavori saranno finiti, il treno toglierà traffico su gomma; i convogli non passeranno mai a quella velocità, e comunque la linea verrà costruita lontana, per quanto possibile, dai centri abitati. Senza contare le ricadute positive per l'intera Pianura Padana.
E per anni ci sarà lavoro per i cantieri, lavoro al quale parteciperanno anche gli abitanti della Val di Susa.

Continuo a essere confuso, ma di una cosa sono sicuro: opporsi alla TAV è lecito e sacrosanto. Impedirne la costruzione con la violenza, no.